Una distesa di cemento si trasforma in un parco: la storia del Brooklyn Bridge Park

Il Brooklyn Bridge Park è uno dei progetti che più hanno trasformato questa zona di New York. Ecco la sua storia.

Una distesa di cemento si trasforma in un parco: la storia del Brooklyn Bridge Park

NNegli ultimi vent’anni uno dei cambiamenti più significativi nel paesaggio urbano di New York si è compiuto lungo le rive dell’East River, nel quartiere di Brooklyn. Lì dove un tempo sorgevano magazzini abbandonati, vecchi moli industriali e binari arrugginiti, oggi si estende il Brooklyn Bridge Park, un polmone verde che ha rivoluzionato il rapporto tra la città e il suo lungofiume.

Una distesa di cemento si trasforma in un parco: la storia del Brooklyn Bridge Park

Esteso su una superficie di circa 34 ettari, il Brooklyn Bridge Park si snoda tra il Manhattan Bridge e il Pier 6, regalando viste spettacolari sullo skyline di Manhattan e sul ponte di Brooklyn. Ma questo spazio non è nato per caso: è il frutto di un progetto urbano lungimirante, avviato nel 2002, per riqualificare una zona in declino, restituendola ai cittadini e trasformandola in un punto di riferimento per il tempo libero, lo sport e la cultura.

L’area ha una lunga storia alle spalle. Sin dal Seicento, le rive del fiume furono teatro di attività commerciali, trasporti e traffici marittimi. Nel XIX secolo, il porto di Brooklyn era uno dei più attivi, con la costruzione di linee ferroviarie, magazzini e il celebre Empire Stores, simbolo di una New York in pieno fermento industriale. Con l’inaugurazione del ponte di Brooklyn nel 1883 e successivamente del ponte di Manhattan nel 1909, il traffico navale subì un lento declino, accentuato dal boom del trasporto su gomma. Negli anni ’70 la zona versava ormai in uno stato di abbandono.

Nel 1984 le autorità portuali misero in vendita i vecchi moli, dando il via a un processo di riflessione urbana. Iniziò così un movimento dal basso, con cittadini e attivisti che chiesero che quella fascia di terra diventasse uno spazio pubblico. Nasceva così la visione di un grande parco urbano. Il progetto prese forma concreta nel 2002 con la creazione della Brooklyn Bridge Park Development Corporation e, due anni dopo, con la definizione di un piano di sviluppo che puntava su spazi verdi, accessibilità pubblica e sostenibilità economica.

Il parco è stato progettato per essere autosufficiente dal punto di vista finanziario: le attività commerciali e residenziali limitate attorno all’area generano entrate per la manutenzione e la gestione quotidiana. L’inaugurazione del primo tratto, Pier 1, risale al 2010. Da allora il Brooklyn Bridge Park ha continuato a espandersi, inglobando aree storiche come Fulton Ferry Landing, l’Empire-Fulton Ferry Park e il Main Street Park. Oggi, il parco ospita giardini curati, campi sportivi, piste ciclabili, parchi gioco e spazi culturali.

A rendere ancora più suggestiva l’esperienza del parco è la sua integrazione con il tessuto urbano circostante: la Brooklyn Heights Promenade, poco distante, offre una delle vedute panoramiche più iconiche della città. Quello del Brooklyn Bridge Park non è solo un esempio di rigenerazione urbana riuscita, ma un modello replicabile per tutte le città che vogliono trasformare spazi abbandonati in luoghi di vita e connessione sociale. È la dimostrazione che anche una distesa di cemento può rinascere, se accompagnata da una visione a lungo termine e dal coinvolgimento della comunità.

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