Rinnovabili al 100%: il modello “australiano” e l’analisi di David Osmond
È davvero possibile alimentare il sistema elettrico di un paese occidentale esclusivamente con fonti rinnovabili?
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David Osmond, esperto di transizione energetica, da diversi anni conduce una simulazione per dimostrare che una rete elettrica quasi interamente rinnovabile è non solo realizzabile, ma anche sostenibile sul piano economico e pratico. Nella sua analisi, pubblicata settimanalmente sul suo account X, Osmond evidenzia come sia possibile coprire quasi tutta la domanda energetica con una capacità di stoccaggio d’energia “limitata”, riducendo significativamente i costi associati alla gestione delle fonti rinnovabili. Utilizzando una combinazione di eolico e solare e con una capacità di stoccaggio di 24 GW la sua simulazione ha raggiunto una copertura del 98,4% della domanda nazionale australiana. Dunque soltanto in casi residuali l’intermittenza delle fonti rinnovabili non ha consentito al sistema di rimanere in equilibrio. Ma c’è già una regione australiana ad essere diventata 100% rinnovabile: si tratta di ACT.
ACT: un modello per la sostenibilità economica e ambientale
Il Territorio della Capitale Australiana (ACT) ha scelto di applicare questa strategia utilizzando contratti di differenza (CfD) per garantire un approvvigionamento energetico completamente rinnovabile. L’ACT, un territorio di 2.400 km² con una popolazione di oltre 430.000 abitanti, che include appunto la capitale amministrativa Canberra, e rappresenta una sorta di laboratorio di sostenibilità che sta dimostrando come le fonti rinnovabili possano offrire vantaggi sia economici sia sociali.
L’uso dei CfD
I contratti di differenza (CfD) sono strumenti finanziari utilizzati per stabilizzare i ricavi dei produttori di energia rinnovabile e garantire prezzi prevedibili. In un CfD, il governo e un produttore di energia rinnovabile concordano un prezzo fisso per l’elettricità. Se il prezzo di mercato dell’energia scende al di sotto di questo valore, il governo compensa il produttore per la differenza, assicurandogli il ricavo concordato. Al contrario, se il prezzo di mercato supera il prezzo fisso, è il produttore a versare al governo la differenza.
Questa struttura rende i CfD vantaggiosi in due modi: proteggono i produttori dal rischio di fluttuazioni del mercato, incentivando gli investimenti nelle energie rinnovabili, e possono generare entrate per il governo durante i picchi di mercato. Nell’ACT, i CfD hanno non solo ridotto i costi dell’energia per i cittadini ma hanno anche portato a periodi di “costi negativi”, dove i risparmi generati dai CfD sono stati reinvestiti nel bilancio pubblico..
Un impatto locale che guarda al futuro
L’ACT non solo ha raggiunto una riduzione dei costi per la popolazione, ma ha anche contribuito in maniera significativa alla lotta contro il cambiamento climatico. Le stime suggeriscono che l’adozione del 100% di energia rinnovabile ha ridotto le emissioni di CO₂ di oltre 500.000 tonnellate all’anno, un risultato che equivale a togliere circa 100.000 automobili dalla circolazione. Questo impatto ambientale positivo ha portato anche alla creazione di oltre 2.000 posti di lavoro nel settore delle rinnovabili.
Una prospettiva di sostenibilità (e replicabilità) globale
L’esperienza dell’ACT offre una chiara dimostrazione del potenziale economico delle energie rinnovabili. Il successo del modello ACT non solo favorisce la sostenibilità, ma rappresenta anche una solida base per replicare questa strategia altrove e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.