Indonesia, ripristinate in quattro anni decine di barriere coralline distrutte

In Indonesia sono state ripristinate decine di barriere coralline completamente distrutte negli anni. Ecco come è stato possibile.

Indonesia, ripristinate in quattro anni decine di barriere coralline distrutte

LLe barriere coralline, gioielli di biodiversità marina, sono state gravemente danneggiate in tutto il mondo dalle attività umane e dagli effetti del cambiamento climatico. In Indonesia, nell’area di Palau Bontosua, una porzione dell’isola di Sulawesi, queste strutture vitali per l’ecosistema marino erano ormai quasi completamente distrutte. La combinazione di riscaldamento globale, pesca indiscriminata – talvolta praticata con esplosivi – e mancanza di regolamentazioni adeguate, aveva causato un collasso ecologico che sembrava irreversibile.

Un progetto innovativo nel paese, però, ha cambiato il destino di queste barriere. Grazie al Mars Coral Restoration Program, in soli quattro anni, le barriere coralline sono state ripristinate e mostrano tassi di crescita analoghi a quelli delle strutture naturali. Questo risultato è stato ottenuto utilizzando un approccio mirato: l’installazione di strutture esagonali in acciaio, chiamate Reef Stars, ricoperte di sabbia. Queste piattaforme stabilizzano i detriti e offrono un punto d’appoggio per il trapianto di coralli vivi, consentendo loro di crescere in sicurezza senza essere danneggiati dal movimento dell’acqua o dai detriti galleggianti.

I vantaggi e i limiti di queste tecniche di ripristino

Le tecniche adottate hanno permesso di ricreare un habitat per molte specie marine. In poco tempo, i primi organismi hanno iniziato a colonizzare queste barriere artificiali, attratti dalla nuova struttura e dalla protezione offerta. Nonostante il successo, però, esistono alcune limitazioni. I coralli utilizzati appartengono principalmente a varietà ramificate, selezionate per la loro rapidità di crescita. Questa scelta, sebbene efficace nell’immediato, ha comportato una ridotta diversità biologica rispetto alle barriere naturali, che ospitano un’ampia varietà di specie e strutture più complesse.

barriere coralline Pixabay

I coralli ramificati, inoltre, sono particolarmente vulnerabili al fenomeno dello sbiancamento, causato dall’aumento delle temperature oceaniche. Questo li rende meno resilienti agli effetti a lungo termine del cambiamento climatico. Gli scienziati ipotizzano che, con il tempo, i processi naturali di crescita e colonizzazione possano compensare questa carenza di biodiversità, ma resta incerto quanto tempo sarà necessario.

Dall’Indonesia un modello per la conservazione globale delle barriere coralline?


Il progetto indonesiano rappresenta una testimonianza concreta delle possibilità offerte dal ripristino ecologico, ma evidenzia anche i limiti strutturali di soluzioni localizzate. La capacità delle barriere ripristinate di mantenersi nel lungo termine dipenderà dalla riduzione delle minacce globali, come il riscaldamento climatico e l’inquinamento marino.

https://x.com/ICRI_Coral_Reef/status/1780244580245426187

In un paese dove oltre un terzo delle barriere coralline si trova in condizioni critiche, questo progetto offre un barlume di speranza. Tuttavia, gli scienziati avvertono che, senza un impegno globale per affrontare le cause profonde della crisi ambientale, anche gli sforzi di ripristino più ambiziosi potrebbero non essere sufficienti a garantire la sopravvivenza di questi preziosi ecosistemi.

Il successo del programma Mars Coral Restoration dimostra che il ripristino è possibile e che una barriera corallina, una volta riattivata, può diventare il cuore pulsante di un ecosistema in rinascita. È un monito per l’urgenza di un’azione collettiva, ma anche un esempio di come la scienza e l’innovazione possano contribuire a invertire il declino ambientale.

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