In Sicilia il mare si sta mangiando la spiaggia: la sfida ambientale a Eraclea Minoa

Ad Eraclea Minoa, in provincia di Agrigento, la costa sta scomparendo a un ritmo allarmante: il mare ha già eroso oltre 200 metri di spiaggia

In Sicilia il mare si sta mangiando la spiaggia: la sfida ambientale a Eraclea Minoa

AAd Eraclea Minoa, in provincia di Agrigento, la costa sta scomparendo a un ritmo allarmante: il mare ha già eroso oltre 200 metri di spiaggia, compromettendo anche la pineta retrostante, di cui sono stati persi circa 60 metri. Questo fenomeno non è causato soltanto dall’innalzamento del livello del mare, ma anche da attività umane come la cementificazione dei fiumi. I corsi d’acqua, infatti, trasportano naturalmente materiale solido che aiuta a ripristinare la sabbia sottratta dalle onde, mantenendo un equilibrio fragile ma essenziale.

la sfida ambientale a Eraclea Minoa

A peggiorare la situazione si aggiungono gli sbancamenti delle dune lungo la baia, effettuati per lavori stradali e costruzioni, che hanno compromesso ulteriormente la protezione naturale del litorale. Le conseguenze sono evidenti: oltre alle aree naturali, anche le attività turistiche locali sono state gravemente danneggiate, con la scomparsa di strutture balneari e la perdita di un’attrattiva fondamentale per il territorio.

Eraclea Minoa, le risposte istituzionali e le critiche ambientaliste

Per contrastare l’erosione, nel 2023 sono stati realizzati tre bracci frangiflutti che si estendono dalla costa verso il mare. Questa soluzione, però, è stata fortemente criticata dall’associazione ambientalista Mareamico, che ha proposto un’alternativa meno impattante: l’installazione di barriere soffolte, strutture in cemento armato posizionate sul fondale marino e parallele alla riva, capaci di limitare l’erosione con un impatto visivo e ambientale ridotto.

Parallelamente è stato avviato un intervento di ripascimento artificiale, ossia il reintegro di sabbia sottratta dal mare. Per questo progetto la sabbia viene prelevata dal vicino porto di Siculiana Marina, con l’obiettivo di ricreare le condizioni naturali del litorale. Tuttavia, anche questa operazione è stata contestata dall’associazione Marevivo, che ha sollevato dubbi sull’efficacia e la sostenibilità di utilizzare 184 metri cubi di sabbia dragata dal porto.

Nonostante le critiche, però, la Regione Siciliana ha stanziato un finanziamento di 4 milioni di euro per sostenere questi interventi. Il presidente della Regione ha dichiarato che le operazioni saranno non invasive e contribuiranno anche a ripristinare il porto di Siculiana, interrato da oltre trent’anni.

Le difficoltà burocratiche e i ritardi nei lavori

La storia di questi interventi è stata segnata da lunghi ritardi burocratici. Nonostante l’allarme lanciato oltre un decennio fa e il finanziamento approvato nel 2018, i lavori per la realizzazione di quattro pennelli marini non sono mai stati avviati. Il progetto ha subito rallentamenti a causa della lunga procedura per ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale, conclusa solo nel 2020.

Nel frattempo l’erosione ha continuato a devastare la costa: le mareggiate più recenti hanno causato la caduta di una nuova fascia di boschetto, con oltre cinquanta alberi spazzati via dal mare. La spiaggia dorata di Eraclea Minoa, un tempo famosa per la sua ampiezza e bellezza, rischia di scomparire definitivamente.

Eraclea Minoa, servono soluzioni sostenibili

Gli esperti sottolineano l’urgenza di adottare soluzioni basate su studi scientifici approfonditi e che rispettino l’equilibrio naturale della zona. Gli interventi di protezione costiera devono tenere conto non solo dell’efficacia immediata, ma anche dell’impatto a lungo termine sul paesaggio, sull’ecosistema e sull’economia locale.

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