Il disastro ambientale del Rio Las Vacas: una minaccia per gli oceani e le soluzioni in atto

Il Guatemala si trova ad affrontare una delle emergenze ambientali più gravi del pianeta: l’inquinamento del Rio Las Vacas. Ecco la soluzione

Il disastro ambientale del Rio Las Vacas: una minaccia per gli oceani e le soluzioni in atto

IIl Guatemala si trova ad affrontare una delle emergenze ambientali più gravi del pianeta: l’inquinamento del Rio Las Vacas, un corso d’acqua che raccoglie il 60% delle acque reflue e dei rifiuti prodotti da Città del Guatemala. Questo fiume, soffocato dai rifiuti, è un affluente del Rio Motagua, il principale fiume del paese, che trasporta enormi quantità di plastica fino al Mar dei Caraibi, contribuendo in modo significativo alla crisi della plastica negli oceani.

Rio Las Vacas, un fiume soffocato dai rifiuti

La principale fonte dell’inquinamento del Rio Las Vacas è una discarica situata a monte, che riversa costantemente rifiuti nel fiume, trasportandoli poi nel Rio Motagua e infine nelle acque del Golfo di Honduras. Nonostante gli sforzi di organizzazioni ecologiste, la quantità di plastica e detriti è tale da rendere inefficaci molti tentativi di contenimento. Secondo The Ocean Cleanup, circa il 2% di tutta la plastica che finisce negli oceani proviene dal Rio Motagua, rendendolo uno dei fiumi più inquinati al mondo.

Boyan Slat, fondatore e CEO di The Ocean Cleanup, ha denunciato la portata del problema, evidenziando che ogni anno fino a 20.000 tonnellate di plastica si riversano nel Rio Motagua. Per comprendere la gravità della situazione, basti pensare che questo volume di rifiuti supera l’impatto ambientale delle emissioni globali di CO₂ prodotte dal traffico aereo.

L’Interceptor 006: una soluzione per fermare l’inquinamento alla fonte

Per contrastare questo disastro ecologico, The Ocean Cleanup ha installato nel Rio Las Vacas il sistema Interceptor 006, un dispositivo progettato per intercettare i rifiuti prima che raggiungano il mare. Questa tecnologia galleggiante a due bracci è in grado di trattenere enormi quantità di plastica e detriti trasportati dalla corrente, specialmente durante le piene stagionali.

Durante la sua prima grande operazione nel 2024, l’Interceptor 006 ha catturato 1,4 milioni di chilogrammi di rifiuti in poche ore, un risultato straordinario che rappresenta una delle più grandi raccolte di plastica mai registrate in un fiume. L’efficacia del sistema è stata resa possibile dalla collaborazione tra The Ocean Cleanup, il Comune di Città del Guatemala e il Ministero dell’Ambiente e delle Risorse Naturali.

Un modello di intervento replicabile per salvare gli oceani?

Il programma Rivers di The Ocean Cleanup, di cui l’Interceptor 006 fa parte, si propone di affrontare l’inquinamento marino agendo direttamente sulle fonti di contaminazione. Finora, questa iniziativa ha permesso di rimuovere oltre 9 milioni di chilogrammi di rifiuti dai fiumi di tutto il mondo, dimostrando che intervenire a monte è un metodo efficace e relativamente economico per ridurre l’inquinamento oceanico.

Boyan Slat si è detto ottimista sui risultati ottenuti e sull’andamento del 2024, sottolineando che la lotta alla plastica negli oceani sta facendo progressi concreti. L’intervento nel Rio Las Vacas rappresenta un passo significativo verso l’obiettivo finale: ridurre drasticamente la quantità di plastica che finisce in mare e proteggere gli ecosistemi marini dalla crescente minaccia dei rifiuti.

Il disastro ambientale del Rio Las Vacas
© The Ocean CleanUp

Nonostante i successi ottenuti, il problema dell’inquinamento fluviale in Guatemala rimane enorme e richiede interventi su più livelli. Il governo locale, insieme alla comunità internazionale, deve adottare strategie a lungo termine per migliorare la gestione dei rifiuti urbani, ridurre la produzione di plastica monouso e rafforzare le politiche di tutela ambientale.

Il caso del Rio Las Vacas è un drammatico esempio di come l’inquinamento possa trasformare i fiumi in canali di plastica diretti verso gli oceani. Tuttavia, grazie a innovazioni tecnologiche come l’Interceptor 006 e all’impegno di organizzazioni come The Ocean Cleanup, c’è ancora speranza per invertire la rotta e proteggere il futuro degli ecosistemi acquatici.

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