Clean Industrial Deal, il piano europeo da 100 miliardi per l’industria pulita made in UE

La Commissione Europea ha presentato il tanto atteso Clean Industrial Deal (CID) per potenziare le tecnologie pulite in Europa.

Clean Industrial Deal, il piano europeo da 100 miliardi per l’industria pulita made in UE

LLa Commissione europea ha presentato il Clean Industrial Deal, un pacchetto strategico volto a supportare le imprese e a trasformare la decarbonizzazione in un’opportunità di crescita. Secondo la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il piano rimuoverà gli ostacoli burocratici per le aziende e fornirà un sostegno “urgente” per affrontare la concorrenza globale e i costi energetici. L’iniziativa mira a implementare concretamente il Green Deal europeo, abbassando i prezzi dell’energia, valorizzando la circolarità e creando posti di lavoro di qualità, il tutto in linea con il paradigma Industria 5.0.

Clean Industrial Deal, il piano europeo da 100 miliardi

Gli obiettivi e la struttura del Clean Industrial Deal

Il Clean Industrial Deal punta a semplificare le normative per favorire la transizione ecologica e industriale, mantenendo al contempo l’impegno per la riduzione delle emissioni di gas serra: -55% entro il 2030, -90% entro il 2040 e la neutralità carbonica entro il 2050. Il piano prevede di eliminare gli oneri burocratici per l’80% delle imprese coinvolte, mobilitando risorse finanziarie pari a 100 miliardi di euro, con una garanzia supplementare di un miliardo da reperire all’interno del bilancio comune dell’UE.

La strategia è articolata in sei pilastri fondamentali:

  1. Sicurezza e risparmio energetico
  2. Aumento della domanda di prodotti puliti
  3. Finanziamento della transizione pulita
  4. Circolarità e accesso alle materie prime critiche
  5. Azione su scala globale
  6. Competenze e posti di lavoro di qualità

Le misure specifiche del Clean Industrial Deal

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Un’energia accessibile è essenziale per la competitività industriale. Il piano d’azione per l’energia prevede:

  • Accelerazione dell’elettrificazione e della diffusione delle energie rinnovabili.
  • Completamento del mercato interno dell’energia attraverso interconnessioni fisiche.
  • Efficienza energetica e riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili.

La Commissione promuoverà criteri di sostenibilità e “made in Europe” negli appalti pubblici e privati. Entro il 2026 rivedrà il quadro degli appalti pubblici per incentivare l’acquisto di prodotti decarbonizzati.

L’UE mobiliterà oltre 100 miliardi di euro con misure come:

  • Nuove regole sugli aiuti di Stato per accelerare le energie rinnovabili e la decarbonizzazione industriale.
  • Rafforzamento del Fondo per l’innovazione e creazione di una Banca per la decarbonizzazione industriale.
  • Modifica del regolamento InvestEU per aumentare le garanzie finanziarie e mobilitare fino a 50 miliardi di euro per tecnologie pulite.

Circolarità e accesso alle materie prime critiche

L’UE si impegna a ridurre la dipendenza da fornitori esteri e a favorire un uso più efficiente delle risorse. Le misure includono la creazione di un Centro europeo per le materie prime critiche e una legge sull’economia circolare entro il 2026 per garantire un utilizzo più sostenibile dei materiali.

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Per rafforzare la resilienza dell’industria europea, la Commissione:

  • Lancerà partenariati per il commercio e gli investimenti puliti.
  • Rafforzerà strumenti di difesa commerciale per proteggere le imprese europee.
  • Semplificherà il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) per garantire una competizione equa.

La transizione ecologica necessita di una forza lavoro adeguatamente formata. Le misure includono:

  • Creazione di una “Union of Skills” per sviluppare competenze nel settore delle tecnologie pulite.
  • Potenziamento di Erasmus+ con investimenti fino a 90 milioni di euro per programmi di istruzione e formazione.

I tempi di attuazione e le prospettive future

La Commissione ha previsto di attuare le semplificazioni normative entro giugno 2025, ma molte delle misure richiederanno l’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo. Il piano include anche la revisione di normative chiave come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), con una semplificazione degli obblighi per le imprese.

Il WWF ha accolto con favore il Clean Industrial Deal, ma ha evidenziato alcune criticità. In particolare, si teme che il piano non fornisca una visione chiara e a lungo termine per la trasformazione industriale dell’UE. Secondo il WWF, l’accento dovrebbe essere posto sulla rapida decarbonizzazione e su investimenti mirati piuttosto che su agevolazioni finanziarie a pioggia senza garanzie ambientali e sociali.

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L’Industrial Decarbonisation Accelerator Act (IDAA), atteso entro la fine dell’anno, sarà un test chiave per valutare l’efficacia del Clean Industrial Deal. Per garantire una transizione equa e sostenibile, sarà fondamentale introdurre criteri rigidi per l’accesso ai fondi e garantire che il principio “chi inquina paga” sia applicato in modo efficace.

Il Clean Industrial Deal rappresenta un passo significativo verso un’industria europea più verde e competitiva, ma richiede miglioramenti per garantire un impatto duraturo. L’UE punta a essere leader nella transizione ecologica, assicurando al contempo crescita economica e tutela ambientale. La sfida principale sarà bilanciare le esigenze delle imprese con gli obiettivi climatici, evitando soluzioni di breve termine e concentrandosi su una strategia sostenibile a lungo termine.

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