Black Friday, l’impatto ambientale dei saldi: l’80% degli acquisti finisce nei rifiuti
Di fronte agli sconti e alle offerte del Black Friday tendiamo spesso a non considerare il significativo impatto ambientale.
Altre newsIIl Black Friday, nato come un evento di shopping a prezzi scontati negli Stati Uniti, si è trasformato negli anni in un fenomeno globale, ormai diventando un momento chiave per i consumi pre-natalizi. Oltre all’aspetto economico, però, questa giornata che spesso si trasforma in una settimana di offerte o anche di più, porta con sé un lato oscuro: il significativo impatto ambientale legato a rifiuti, emissioni di CO2 e spreco di risorse.
Negli ultimi anni, complice anche la pandemia, la transizione verso gli acquisti online è stata accelerata e oggi questa è diventata la modalità la preferita da molti consumatori. La facilità di comprare da casa ha aumentato le vendite digitali, ma ha anche amplificato i problemi ambientali legati al trasporto delle merci e alla gestione dei rifiuti.
Secondo un’indagine condotta da Scalapay, il 93% degli italiani prevede di acquistare online durante il Black Friday 2024, un incremento significativo rispetto al passato. Tuttavia, l’aumento degli acquisti online comporta maggiori emissioni legate alle consegne dell’ultimo miglio e un massiccio utilizzo di materiali per il packaging, come plastica e cartone, che spesso non vengono riciclati adeguatamente.
I rifiuti del Black Friday: packaging e RAEE
Il Black Friday genera una grande quantità di rifiuti, in particolare imballaggi non sostenibili e rifiuti elettronici (RAEE). Solo una piccola percentuale del packaging plastico prodotto a livello globale viene effettivamente riciclata: appena il 14%. Sebbene il tasso di riciclo del cartone sia più alto (circa il 73,9% in Europa), i materiali misti e i metodi di smaltimento inadeguati continuano a rappresentare una sfida.
Non solo: il ricambio frequente di dispositivi elettronici, incentivato dagli sconti del Black Friday, produce rifiuti difficili da smaltire, aggravando il problema ambientale.
Uno studio britannico ha stimato che le consegne legate al Black Friday nel Regno Unito generano circa 429.000 tonnellate di CO2, equivalenti a centinaia di voli intercontinentali. In Europa il rapporto di Transport & Environment (T&E) rileva che le flotte di camion impiegate durante questa settimana producono emissioni pari a 1,2 milioni di tonnellate di CO2, con un aumento del 94% rispetto a una settimana media.
In Italia, la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) stima che solo nella settimana del Black Friday vengano emesse circa 400.000 tonnellate di CO2, principalmente a causa dello shopping online e delle spedizioni accelerate.
Black Friday e consumo consapevole: una possibile soluzione
Nonostante l’impatto ambientale negativo, boicottare il Black Friday non è l’unica soluzione. Una via più sostenibile consiste nell’adottare un approccio consapevole agli acquisti, evitando spese superflue e privilegiando prodotti di qualità, duraturi e provenienti da aziende impegnate nella sostenibilità.
Allo stesso tempo l’applicazione di modelli di economia circolare, come il riutilizzo dei materiali di imballaggio e l’implementazione di filiere produttive più verdi, può contribuire a ridurre l’impronta ecologica del Black Friday.
Il Black Friday potrebbe diventare un’occasione per promuovere pratiche più sostenibili, sia da parte delle aziende che dei consumatori. Per le imprese, ciò significa adottare packaging ecologici, ottimizzare i trasporti per ridurre le emissioni e incoraggiare il riciclo. Per i consumatori, si tratta di riflettere sulle reali necessità e preferire acquisti responsabili.
Alla luce delle sfide ambientali globali, è fondamentale ripensare il nostro rapporto con il consumo. Il Black Friday, con tutto il suo potenziale economico, non deve necessariamente essere sinonimo di spreco, ma può rappresentare un punto di partenza per un futuro più sostenibile.