Salute e benessere universale: le sfide e le soluzioni dell’Agenda 2030

L’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 ha come scopo quello di garantire la salute e di promuovere il benessere per tutti, a tutte le età e in qualsiasi parte del mondo. Per fare ciò, ecco che si concentra soprattutto su alcuni settori, fra cui la riduzione della mortalità materno-infantile, la necessità di debellare le epidemie, quella di lottare contro le malattie trasmissibili e le malattie croniche. Inoltre vuole anche promuovere il benessere e la salute mentale

Salute e benessere universale: le sfide e le soluzioni dell’Agenda 2030

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Di cosa parla l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030? Beh, nel programma siglato nel 2015 dall’ONU e da tutti i paesi ad esso aderenti, ecco che si tratta dell’obiettivo volto a raggiungere la salute e il benessere per tutte le persone, di qualsiasi età esse siano e ovunque vivano. Questo perché, per riuscire a raggiungere lo sviluppo sostenibile, è basilare riuscire a garantire a tutti una vita sana. Il tutto promuovendo contemporaneamente il benessere a tutte le età.

Effettivamente, nel corso degli anni, alcuni progressi importanti sono stati fatti. Per esempio, è aumentata l’aspettativa di vita. Inoltre sono state ridotte alcune delle cause di morte più frequenti collegate alla mortalità infantile e materna. Non meno importanti i risultati ottenuti nel garantire l’accesso all’acqua pulita e all’igiene, riducendo poi anche malattie come la malaria, la tubercolosi, la poliomelite e l’HIV/Aids.

Ma nonostante tutto quanto finora, ecco che è necessario agire di più nell’ottica di eradicare una certa tipologia di malattie.

Salute e benessere nel mondo, la situazione attuale

salute benessere

Agenda 2030 obiettivo 3: dati relativi alla salute infantile

Ma a che punto siamo adesso? Se si vanno a guardare i dati relativi alla salute infantile, ecco che, rispetto al 1990, ogni giorno muoiono 17mila bambini in meno. Purtroppo, però, ogni anno muoiono più di 6 milioni di bambini prima di arrivare al quinto anno di età. E nonostante i progressi fatti finora, una parte in crescita delle morti infantili continua ad avvenire in Africa e in Asia: pensate che quattro su cinque morti infantili avvengono in tali aree, con particolare riferimento all’Africa subsahariana e all’Asia meridionale.

I bambini che nascono in condizioni di povertà hanno circa il doppio della probabilità di morire prima di arrivare ai cinque anni di età, mentre i figli di madri istruite hanno maggiori probabilità di sopravvivere.

Guardando, poi, i dati relativi a una malattia molto specifica come il morbillo, ecco che dal 2000 la vaccinazione contro questa patologia ha prevenuto circa 15,6 milioni di morti.

Salute materna

Si parla però anche di salute materna. Qui, dal 1990, la mortalità materna si è ridotta di circa il 50%. Inoltre nell’Asia orientale, in Nord Africa e nell’Asia meridionale, la mortalità materna si è ridotta di circa due terzi. Solo che il tasso di mortalità materna (si intendono le madri che non sopravvivono al parto con questo termine), ecco che nelle regioni in via di sviluppo è 14 volte maggiore rispetto alle regioni sviluppate.

E questo nonostante sempre più donne stiano ricevendo assistenza prenatale: nelle zone in via di sviluppo la percentuale è aumentata dal 65% (1990) all’83% (2012). Purtroppo solamente la metà delle donne che vivono nelle aree in via di sviluppo riesce a ricevere l’assistenza medica necessaria.

Adolescenti

Un altro dato importante è che meno adolescenti hanno figli nelle aree in via di sviluppo, anche se i progressi in tal senso stanno rallentando. Questo perché mentre negli anni Novanta c’era stato un netto aumento nell’uso dei metodi anticoncezionale, ecco che tale incremento è scemato negli anni 2000.

HIV, Malaria, Tubercolosi e altre malattie

Infine, parlando di HIV/Aids, malaria e altre malattie, ecco che a fine 2014 circa 13,6 milioni di persone hanno potuto accedere a malattie antiretrovirali. Inoltre, rispetto al 2001, ecco che nel 2013 è stato registrato il 38% in meno di nuove infezione da HIV, arrivando a quota 2,1 milioni. A fine 2013, però, 35 milioni di persone convivevano con l’HIV, mentre sempre nel medesimo anno sono stati 240mila i bambini infettati da tle virus (le nuove infezioni da HIV nei bambini sono diminuite del 58% dal 2001).

Purtroppo, però, a livello mondiale, adolescenti e giovani donne continuano a essere vittime di esclusione, disuguaglianza, discriminazione e violenza per motivi di genere, cosa che aumenta il rischio di contrarre l’HIV, tanto che l’HIV è la causa più importante di morte fra le donne in età riproduttiva in tutto il mondo.

Nel 2013, poi, sono state registrate 250mila nuove infezioni da HIV fra gli adolescenti, soprattutto fra le ragazze. Tanto che in Africa l’Aids è la principale causa di morte fra gli adolescenti e la seconda causa più frequente di morte fra gli adolescenti in tutto il mondo. Tanto che nel 2013, sono 2,1 milioni gli adolescenti che convivono con il virus dell’HIV.

Andando a guardare i dati della malaria, ecco che dal 2000 al 2015 si è riusciti a evitare più di 6,2 milioni di morti per malaria, soprattutto nei bambini al di sotto dei 5 anni nell’Africa subsahariana. Inoltre il tasso mondiale di questa patologia è diminuito del 37%, mentre il tasso di mortalità è sceso del 58%.

Infine, la tubercolosi: qui, fra il 2000 e il 2013, la prevenzione, la diagnosi e le terapie hanno salvato 37 milioni di pazienti, con un tasso di mortalità che è sceso del 45%.

Cosa si intende con “salute” per l’OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la salute come uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”. In quest’ottica la salute è considerata alla stregua di un diritto. Il che vuol dire che, in quanto tale, è alla base di tutti gli altri diritti fondamentali delle persone.

Per questo motivo gli Stati dell’OMS non devono limitarsi a gestire il sistema sanitario nazionale, ma devono adoperarsi anche per cercare di modificare tutti quei fattori che influscono in maniera negativa sulla salute collettiva.

Per quanto riguarda il benessere, invece, è uno stato che coinvolge a 360° l’essere umano e che caratterizza la sua qualità della vita all’interno della società. Si tratta dunque del miglior equilibrio possibile dell’individuo, considerando i fattori biologici, psichici e sociali.

Agenda 2030 obiettivo 3: i traguardi da raggiungere

salute medico

Questi sono i traguardi che l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 si è prefisso di raggiungere:

  • 3.1 Entro il 2030 bisogna riuscire a diminuire il tasso di mortalità materna mondiale a meno di 70 per ogni 100mila bambini nati vivi
  • 3.2 Sempre entro il 2030 bisogna far cessare le morti prevenibili nei neonati e nei bambini al di sotto dei cinque anni di vita. Per questo motivo tutti i paesi devono impegnarsi a cercare di far ridurre la mortalità neonatale ad almeno 12 per ogni mille bambini nativi vivi. Inoltre la mortalità dei bambini al di sotto dei cinque anni deve ridursi ad almeno 25 ogni mille bambini nati vivi
  • 3.3 Bisogna mettere la parola fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali. Questo anche contrastando l’epatite, le malattie di origine idrica e altre malattie trasmissibili
  • 3.4 Ancora entro il 2030 bisogna cercare di ridurre di un terzo la mortalità prematura causata da malattie non trasmissibili. Il tutto agendo sulla prevenzione e la terapia e promuovendo il benessere e la salute mentale
  • 3.5 Bisogna anche rinforzare la prevenzione e la terapia da abuso di sostanze, fra cui stupefacenti e il consumo dannoso di alcol
  • 3.6 Entro il 2020, dovremo dimezzare il numero mondiale totale di morti e feriti a seguito di incidenti stradali
  • 3.7 Ancora entro il 2030, bisogna garantire l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, comprensivi della pianificazione famigliare, dell’informazione, dell’educazione e dell’integrazione della salute riproduttiva all’interno dei programmi nazionali
  • 3.8 Garantire una copertura sanitaria universale, comprensiva della protezione da rischi finanziari, dall’accesso ai servizi essenziali dell’assistenza sanitaria di qualità e dell’accesso a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti
  • 3.9 Di nuovo entro il 2030 bisogna diminuire nettamente il numero di morti e malattie da sostanze chimiche pericolose. Inoltre bisogna diminuire quelle da contaminazione e inquinamento di aria, acque e suolo
  • 3.a Bisogna anche rinforzare l’attuazione del Quadro Normativo della Convenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul Controllo del Tabacco
  • 3.b Ancora: bisogna sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci, sia per le malattie trasmissibili che per quelle non trasmissibili. Questo con particolare riferimento alle patologie nei paesi in via di sviluppo. L’accesso a farmici e vaccini essenziali ed economici dovrà essere garantito, in base a quanto stabilito dalla Dichiarazione di Doha sull’Accordo TRIPS e la Sanità Pubblica e rispettando l’Accordo sugli Aspetti Commerciali dei Diritti di Proprietà Intellettuali
  • 3.c Necessario anche aumentare i fondi destinati alla sanità, alla selezione, formazione, sviluppo e mantenimento del personale sanitario nei paesi in via di sviluppo
  • 3.d Infine, bisogna anche rinforzare la capacità di tutti i Paesi, soprattutto per quanto concerne quelli in via di sviluppo, di segnalare per tempo, ridurre e gestire i rischi collegati alla salute.

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