Ecco cosa significa essere imbottigliati nel traffico (letteralmente)
Quando si parla di traffico, un “collo di bottiglia” è una parte di strada che impedisce al flusso di veicoli di circolare liberamente.
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OOgni giorno milioni di automobilisti sperimentano sulla propria pelle cosa significhi essere “imbottigliati nel traffico”, un’espressione ormai entrata nel linguaggio comune che, se ci pensiamo bene, descrive in maniera sorprendentemente precisa ciò che accade quando le strade si riempiono troppo. Il paragone non è casuale: il traffico che si accumula e rallenta in alcuni tratti stradali è l’equivalente perfetto del liquido che fatica a uscire da un collo di bottiglia.
In gergo tecnico si parla, appunto, di “collo di bottiglia” per indicare quei punti critici della rete stradale dove il flusso dei veicoli rallenta o si blocca a causa di un restringimento o di un’interruzione parziale del percorso. Il fenomeno può essere causato da semafori, segnali di stop, passaggi a livello, caselli autostradali, o ancora da lavori in corso che costringono a chiudere temporaneamente una o più corsie. In alcuni casi, si tratta di snodi viari mal progettati, dove due strade ad alta percorrenza confluiscono in una sola, generando inevitabili rallentamenti.
Un esempio frequente riguarda il passaggio da strade extraurbane a scorrimento veloce verso le arterie cittadine. Se in periferia o in tangenziale si viaggia su tre o quattro corsie, all’ingresso della città si passa spesso a due corsie o meno, con il risultato che l’intero flusso veicolare viene compresso in uno spazio insufficiente, proprio come il contenuto di una bottiglia costretto a uscire da un piccolo collo.
Il problema diventa particolarmente evidente negli orari di punta, quando i pendolari si spostano per andare al lavoro o rientrare a casa. Il traffico aumenta a dismisura, e ogni interruzione, anche minima, può trasformarsi in un blocco a catena.
Una delle soluzioni più efficaci per ridurre i “colli di bottiglia” nelle città moderne è l’uso dei trasporti pubblici. Se una parte significativa degli spostamenti quotidiani avvenisse in treno, metropolitana o autobus, il numero complessivo di veicoli sulle strade diminuirebbe, e con esso anche l’intensità del traffico nei punti critici. Ma perché questo accada, serve un sistema di trasporto pubblico efficiente, capillare e affidabile, che rappresenti una reale alternativa all’automobile privata.
In assenza di interventi strutturali e di un cambio nelle abitudini di mobilità, continueremo a vivere quella che, più che una metafora, è una vera e propria realtà urbana quotidiana: essere imbottigliati nel traffico, nel senso più letterale del termine.