Il cambiamento climatico sta riducendo le dimensioni delle rondini in Italia
Il cambiamento climatico sta modificando in modo diretto anche la morfologia di molte specie animali, come le rondini nel nostro Paese.
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IIl cambiamento climatico non incide solo sul paesaggio e sulle temperature globali, ma sta modificando in modo diretto anche la morfologia di molte specie animali. Uno degli esempi più chiari arriva dalle rondini comuni (Hirundo rustica) che nidificano nella Pianura Padana. Uno studio trentennale condotto dall’Università Statale di Milano ha rilevato una riduzione significativa della massa corporea e della lunghezza delle ali in questi uccelli migratori, un cambiamento che non sembra legato a un vantaggio evolutivo, ma piuttosto a una risposta plastica alle mutate condizioni ambientali.
Italia e rondini, un monitoraggio lungo 31 anni
Dal 1993 al 2023 i ricercatori hanno seguito quasi 9.000 esemplari di rondini riproduttive distribuite in 66 colonie nel nord Italia. Lo studio, pubblicato sul Journal of Animal Ecology, rappresenta una delle analisi più approfondite mai realizzate sugli effetti del climate change sulla morfologia degli animali. In tre decenni, le temperature medie nei mesi riproduttivi (aprile-luglio) sono aumentate di 2,3°C, con un tasso annuo di +0,075°C.
Parallelamente, la popolazione locale di rondini è diminuita del 40-50%, un dato che riflette un trend più ampio a livello europeo, dove molte specie migratorie stanno subendo un forte declino.

Corpi più piccoli, ma senza vantaggi selettivi
Una delle evidenze principali emerse dalla ricerca è che i maschi hanno perso circa il 4% della massa corporea nel periodo analizzato. Anche la lunghezza della carena e delle ali ha mostrato un trend decrescente, mentre becco e zampe non sembrano seguire la stessa tendenza.
Ma ciò che sorprende di più è che questa trasformazione non è riconducibile a un meccanismo di selezione naturale: gli individui più piccoli, infatti, non godono di maggiore successo riproduttivo né di una sopravvivenza più elevata. Al contrario, in alcuni casi, le rondini di dimensioni maggiori risultano ancora più avvantaggiate.
Una risposta fenotipicamente plastica
I ricercatori ipotizzano quindi che la riduzione delle dimensioni sia una risposta fenotipicamente plastica, cioè una modifica temporanea indotta dalle condizioni ambientali — in particolare durante lo sviluppo — piuttosto che un cambiamento genetico stabile.
In un contesto di temperature più elevate e con una minore disponibilità di cibo, i giovani uccelli potrebbero non riuscire a sviluppare completamente la massa corporea prevista dal loro patrimonio genetico. Questo comporta una riduzione delle prestazioni in volo e potenzialmente della capacità di migrazione e sopravvivenza.
Le rondini, una specie sentinella per monitorare il clima
Le rondini, con la loro ampia diffusione e abitudini migratorie, sono considerate una specie sentinella per gli effetti del cambiamento climatico. Lo studio dell’Università di Milano mette in luce come l’aumento delle temperature influenzi direttamente la loro biologia e solleva interrogativi cruciali sulla capacità di adattamento delle specie migratorie in un mondo che cambia sempre più in fretta. Queste osservazioni, frutto di decenni di lavoro sul campo, dimostrano quanto siano importanti gli studi a lungo termine per comprendere l’impatto del riscaldamento globale sulla biodiversità.