Il mango in Sicilia è frutto del cambiamento climatico
Oggi le coltivazioni di frutta tropicale sono in crescita anche in Italia. Il caso eclatante del mango in Sicilia.
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LLa frutta tropicale arrivò in Sicilia nel 1957, quando il dottor Francesco Russo importò dei semi di avocado dalla California. Si trattava della prima sperimentazione sull’Etna, ma per i successivi 40 anni si continuò a investire sulle colture tradizionali. Oggi, per effetto del cambiamento climatico, le coltivazioni di frutta tropicale sono in crescita, a cominciare dai mango.
Questa diffusione risponde alla necessità degli agricoltori di adattarsi all’aumento delle temperature, con mango e avocado che si “ambientano” al clima mediterraneo. Gli inverni più miti, però, non sono l’unica ragione: a contribuire è anche la “forte crescita della domanda di mercato”, spiega Vittorio Farina, docente di Frutticoltura tropicale e sub tropicale all’Università di Palermo. L’avocado, infatti, sta entrando a far parte della dieta europea: nelle insalate, per esempio, può sostituire l’olio.
Le coltivazioni di mango e avocado, al pari di quelle di agrumi, non sono immuni agli eventi meteorologici estremi. “Il calore estremo può essere un problema – sottolinea Farina -, così come la scottatura dei frutti e la maturazione precoce“.
Il cambiamento climatico, però, favorisce la crescita, nonostante si tratti di varietà che hanno bisogno di un’elevata quantità d’acqua. I monti Nebrodi e l’Etna hanno una buona disponibilità idrica, ma è fondamentale la sperimentazione di “tecniche poco idrovore basate sullo stress idrico controllato”, con procedimenti innovativi: “In alcuni impianti abbiamo messo dei dissalatori“, aggiunge Farina.
Mentre la frutta tropicale asiatica e sudamericana impiega 28 giorni per arrivare sulle tavole europee, le varietà siciliane ci mettono meno tempo. Per questo motivo hanno un vantaggio competitivo, con costi di trasporto notevolmente inferiori.