A Parigi verranno vietate le auto in altre 500 strade
Parigi continua la sua rivoluzione urbana con un nuovo passo deciso verso la mobilità sostenibile: la chiusura di 500 strade alle auto.
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PParigi continua la sua rivoluzione urbana con un nuovo passo deciso verso la mobilità sostenibile. Il referendum cittadino del 24 marzo 2025 ha sancito, con il 66% dei voti favorevoli, la volontà di chiudere al traffico automobilistico 500 strade della capitale francese, trasformandole in aree pedonali e spazi verdi. Nonostante l’affluenza molto bassa – solo il 4% degli aventi diritto si è recato alle urne – la sindaca Anne Hidalgo ha annunciato che i lavori partiranno comunque a breve.
La consultazione, pur non essendo vincolante, rappresenta un forte segnale politico in una città che da anni persegue una strategia di riduzione del traffico e delle emissioni inquinanti. Con questo nuovo progetto, Parigi mira a consolidare il modello della “città dei 15 minuti”, rafforzando il trasporto pubblico e la mobilità dolce, in un contesto sempre più orientato alla sostenibilità.
Ma come si svilupperà questa trasformazione? Quali sono le implicazioni per residenti e pendolari? Vediamo i dettagli del piano, le tempistiche previste e le reazioni politiche e sociali alla decisione.
Un referendum dal valore simbolico: affluenza bassa, ma messaggio chiaro
Il referendum del 24 marzo ha chiamato i cittadini parigini a esprimersi su una domanda chiara: chiudere 500 strade al traffico e trasformarle in spazi verdi. Il risultato è stato netto: il 66% ha votato a favore, confermando il sostegno al piano di riqualificazione urbana.
Tuttavia, il dato più discusso riguarda l’affluenza. Solo 56.000 persone hanno partecipato alla consultazione, ovvero appena il 4% degli aventi diritto. Un numero in linea con altri referendum locali recenti, come quello del 2023 per il divieto dei monopattini elettrici a noleggio e quello del 2024 per l’aumento delle tariffe di parcheggio per i SUV.
L’opposizione ha criticato il processo, evidenziando come la bassa partecipazione metta in discussione la rappresentatività del voto. Inoltre, molti cittadini hanno lamentato la mancanza di informazioni dettagliate sulle strade coinvolte e sull’impatto che il progetto avrà sulla viabilità.
Un dato interessante riguarda la distribuzione geografica dei voti: i quartieri più centrali e conservatori – il settimo, l’ottavo e il sedicesimo arrondissement – hanno espresso una netta preferenza per il “no”. Queste zone, abitate prevalentemente da una popolazione benestante e più dipendente dall’uso dell’auto, si sono opposte al cambiamento, temendo ripercussioni sulla mobilità e sull’accesso al centro città.

Cosa prevede il piano di trasformazione urbana a Parigi?
Nonostante l’affluenza limitata, la sindaca Hidalgo ha confermato che il progetto andrà avanti. La fase iniziale prevede studi di fattibilità per individuare le strade da chiudere e valutare le soluzioni per la viabilità alternativa.
I punti chiave del piano:
- Chiusura di 500 strade distribuite nei 20 arrondissement della città (circa 6-8 strade per quartiere).
- Eliminazione di 10.000 parcheggi per ridurre la presenza di auto in città.
- Creazione di nuovi spazi verdi, piste ciclabili e aree pedonali.
- Investimento di circa 500.000 euro per ogni strada.
- Tempi di realizzazione stimati tra i tre e i quattro anni
L’obiettivo è migliorare la qualità della vita, riducendo il traffico, l’inquinamento e il rumore urbano. La capitale francese sta già sperimentando con successo la chiusura di alcune vie, come avvenuto con la pedonalizzazione delle rive della Senna, che ha trasformato un’area congestionata in una delle passeggiate più apprezzate da residenti e turisti.
Le critiche: rischio disagi per pendolari e residenti
Se da un lato il piano promette una Parigi più vivibile e sostenibile, dall’altro non mancano le critiche. Uno dei timori principali riguarda chi arriva a Parigi dalle periferie o dai comuni limitrofi. Molte aree dell’hinterland parigino non sono adeguatamente servite dal trasporto pubblico, e la chiusura delle strade potrebbe rendere più difficile l’accesso al centro città.
L’opposizione ha sottolineato come il referendum sia stato indetto senza fornire una lista precisa delle vie interessate. Questo ha sollevato dubbi tra i residenti, che temono modifiche significative alla viabilità senza una pianificazione adeguata. Se 500 strade verranno chiuse, il traffico rischia di concentrarsi su altre arterie principali, aumentando la congestione in alcuni punti della città. Per questo motivo, sarà fondamentale un piano efficace di deviazione del traffico e potenziamento dei trasporti pubblici.